Il popolo dei vegetariani e
soprattutto dei vegani aumenta e lo fa a vista d'occhio: non c'è
quasi più un ristorante che non proponga un menù ad hoc e quasi tutti i programmi tv
dedicati alla cucina offrono consigli per preparare piatti a base
vegetale. Anche molti vip, da Gwyneth Paltrow a Leonardo
di Caprio, passando per Jovanotti hanno deciso di
"convertirsi" a questo stile alimentare, chi in nome di un maggior
rispetto per l'ambiente e gli animali, chi per questioni di salute, chi
soltanto perché "essere veg" è chic. Ma cosa significa
essere vegani? E perché lo si diventa
"La parola "veganismo" denota
una filosofia e un modo di vita che si propone di escludere - nella misura in
cui questo è praticamente possibile - tutte le forme di sfruttamento e di
crudeltà verso gli animali perpetrate per produrre cibo, indumenti o per qualsiasi
altro scopo; e per estensione, promuove lo sviluppo e l'uso di alternative
non-animali, per il bene dell'uomo, degli animali e dell'ambiente. Da un punto
di vista dietetico indica la pratica di evitare qualsiasi prodotto derivato, in
tutto o in parte, dagli animali”dice il Manifesto
vegano.
Vegano e vegetariano sono sinonimi? No, ci
sono molti modi di declinare il“vegetarianesimo”:
1.Il latto-ovo vegetarianesimo
Come dice il nome stesso, chi adotta questo
tipo di dieta evita la carne e i suoi derivati, il pesce, i molluschi e i
crostacei, ma ammette il consumo di latte, formaggi, uova e ovviamente
vegetali (comprese le alghe, che contengono alcuni degli elementi utili dei
pesci).Tra i vantaggi, il fatto che si
tratta di una dieta equilibrata(purché, ovviamente, non si mangino uova e
formaggi tutti i giorni, ma si badi bene a sostituire in parte le proteine
della carne con quelle di origine vegetale, contenute nei legumi). Chi la segue, raramente va incontro a carenze
nutrizionali. Certo, rinunciare ai benefici del pesce, sia nell'ambito della
prevenzione dei tumori sia in quello cardiovascolare, è un peccato. Tra
gli svantaggi, come si diceva, il rischio di eccedere nell'apporto di
grassi animali, con possibili danni all'apparato cardiovascolare, obesità e
diabete.
2.Il latto-vegetarianesimo
In questo caso vengono esclusi, oltre alla
carne, al pesce e ai loro derivati, anche le uova (considerate alla stregua di
animali "in potenza"). Sono ammessi, invece, il latte e i formaggi. L'eliminazione delle uova può non essere un
problema se si compensa bene con l'apporto di proteine di origine vegetale
(legumi) e non col solo formaggio, e se si tiene d'occhio il livello della
vitamina B12, eventualmente compensando le carenze con un
integratore. Se, però, si eccede con i latticini, si assumono troppi grassi con
grave rischio per la salute.
3.Il veganismo
La cucina vegan non è bilanciata: esclude
qualsiasi prodotto di origine animale, compresi uova e latte, e permette solo
alimenti vegetali (tra cui, ovviamente, le alghe). I vantaggi sono scarsi e
legati al diminuito rischio di cancro, obesità e malattie cardiovascolari,
tutti risultati che si possono ottenere anche con una dieta bilanciata.Viceversa si possono verificare gravi
deficienze di vitamina B12 e di ferro. La carenza di vitamina B12 può dar luogo
a malattie del sistema nervoso e predispone all'Alzheimer, mentre la carenza di
ferro provoca anemia. Gli integratori, a cui è necessario ricorrere in questi
casi, non sono efficaci come le sostanze naturali assunte attraverso i cibi.
4.La macrobiotica
È in realtà un modello alimentare inventato
agli inizi del Novecento dal giapponese George Oshawa sulla base della
filosofia zen. Divide infatti gli elementi secondo i principi orientali
dello yin e dello yang e, pur bandendo dalla tavola i cibi di origine animale e
favorendo cotture particolarmente salubri, non si basa su alcun principio
scientifico. Inoltre espone, come il veganesimo, a carenze e squilibri. Per chi
vuole attenersi a ciò che è scientificamente dimostrato, è utile affidarsi alle
valutazioni di un nutrizionista che selezioni alcune pratiche alimentari di
dimostrato valore preventivo.
5.Crudismo e fruttismo
Si tratta di forme estreme di vegetarianesimo,
basate sul consumo di soli alimenti vegetali crudi (e, nel caso del fruttismo,
di sola frutta). Sono diete assolutamente sbilanciate, prive di qualsiasi
base salutistica scientifica.
Benefici del veganesimo
Che frutta e verdura facciano bene è un dato
di fatto. Una dieta vegana pone le sue basi proprio su questo tipo di alimenti
e integra proteine e altre sostanze necessarie attraverso legumi, cereali, semi
e grassi vegetali. Una dieta vegana ha il merito di disintossicare il
corpo mantenendolo nel tempo fresco e pulito. Un regime alimentare di questo
tipo, inoltre, permette di avere un atteggiamento più salutista a tavola. Si
riducono le calorie e si vive più in forma e – secondo molti– più a lungo, contrastando più efficacemente diverse patologie come quelle
a carattere cardiovascolare e mantenendo un aspetto più giovane.
Rischi
Nella maggior parte dei casi molti pazienti
decidono di intraprendere un’alimentazione di tipo vegano senza aver prima
consultato un nutrizionista. Questo comporta tutta una serie di
controindicazioni che si possono ripercuotere sull’organismo con buona
probabilità. Si va dalla spossatezza alle carenze
nutrizionali passando per squilibri intestinali, nausea, mal di
testa, anemia e altri disturbi più o meno gravi. Gi alimenti che
compongono la dieta veg sono spesso poveri di vitamina B12, Calcio e Zinco. Inoltre, le proteine di origine vegetale non contengono gli amminoacidi
essenziali per il nostro organismo. Per questo uno specialista
dell’alimentazione potrebbe prevedere l’assunzione di integratori.
Naturalmente non tutti i soggetti sono adatti
a un regime alimentare di questo tipo. La dieta vegana, infatti, è
sconsigliata a bambini, anziani, donne in gravidanza, anemici e celiaci. In
tutti questi casi diventa ancor più fondamentale richiedere il consulto di un
nutrizionista prima di scegliere questo stile di vita. Chi invece sceglie di
approcciarsi alla dieta vegana solo per dimagrire si troverà probabilmente
deluso. La dieta vegana non fa ingrassare e neanche dimagrire perché
perdere o acquisire peso dipende dalla quantità di calorie e di grassi che si
assumono nell’arco della giornata, e non dal tipo di alimenti che si mangiano.
Veganesimo e Tumori
Ultimamente i media hanno ipotizzato che una
dieta vegana possa non solo prevenire, ma anche curare delle forme tumorali
anche avanzate.
Nel mese di agosto del 2009 la
rivista American Journal of Clinical Nutrition ha pubblicato alcune
conclusioni del progetto EPIC (European Prospective Investigation into
Cancer and Nutrition), un grande studio epidemiologico a cui ha contribuito
anche AIRC. È la più vasta indagine svolta su una popolazione, per conoscere le
relazioni tra dieta e salute. Coordinato dall'Agenzia internazionale per la
ricerca sul cancro (IARC), appartenente all'OMS (Organizzazione mondiale per la
sanità), lo studio ha coinvolto 520.000 persone provenienti da 10 Paesi europei
(Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Norvegia, Spagna, Svezia
e Regno Unito).
Lo scopo dello studio
EPIC è quello di investigare i rapporti tra dieta, fattori ambientali e stili
di vita, con l'incidenza di cancro e di altre malattie croniche.
In particolare un'analisi recente ha mostrato
che non c'è una relazione diretta tra quantità di carne, uova o latticini
consumati e rischio di sviluppare un cancro del seno, mentre esiste con altri
tipi di tumore, come quello del colon (soprattutto in relazione alla carne). I
dati si riferiscono a oltre 320.000 donne di diversi Paesi europei. Solo la
carne lavorata (insaccati, carne in scatola) sembra accrescere il rischio delle
donne di ammalarsi di carcinoma mammario.
Gli esperti ricordano quanto sia complesso
dare una valutazione certa sui dati che emergono da queste indagini
epidemiologiche, dal momento che le persone vengono interrogate su abitudini di
vita che si sviluppano lungo l'arco di molti decenni.
Quel che è certo, dicono
gli autori, è che non siamo liberi di mangiare ciò che vogliamo e nella
quantità che vogliamo, perché ci sono ricerche che dimostrano i benefici di una
dieta ricca di vegetali, oltre ai danni derivati da un consumo eccessivo di
proteine di origine animale.
E poiché il cancro è una malattia che dipende
da molti fattori, non basta intervenire su un singolo elemento per modificare
in modo sostanziale il rischio a livello individuale, ma bisogna agire su tutte
le abitudini sbagliate della persona.
Un altro studio, effettuato da ricercatori
dell'Istituto Karolinska di Stoccolma, ha valutato la relazione tra la quantità
di acido linoleico coniugato (un elemento presente nei formaggi e nella carne
di manzo) e lo sviluppo di tumore al seno. Gli studiosi non hanno notato alcun
effetto benefico di questa sostanza (benché questa fosse l'ipotesi di partenza),
ma nemmeno un effetto negativo.
Un aumentato apporto di
fibre (tipico di chi si nutre con abbondanti quantità di vegetali) è un fattore
protettivo sia nei confronti del cancro del colon sia di quello del seno
(specie prima della menopausa, ma in parte anche dopo l'arresto del ciclo
ormonale), come dimostra anche un recentissimo studio
condotto dai National Institutes of Health statunitensi.
A complicare ulteriormente le valutazioni sui
rapporti tra dieta e cancro, ci sono gli studi su popolazioni strettamente
vegetariante che mostrano come il rischio di ammalarsi di cancro diminuisca, a
seconda delle ricerche effettuate, dal 10 al 25 per cento. L'ultima, in ordine
di tempo, è stata condotta dagli epidemiologi dell'Università di Oxford sui
vegetariani britannici.
Anche in questo caso si tratta di un'analisi
di dati provenienti dal grande studio EPIC. I vegetariani vedrebbero ridursi del 12 per
cento il rischio di ammalarsi di tumore in generale, ma nel caso delle
leucemie, del cancro dello stomaco e della vescica si notano riduzioni che
arrivano addirittura al 45 per cento. Il notevole numero di soggetti esaminati
(oltre 60.000) dà notevole peso ai dati ottenuti.
C'è però un altro dato
interessante: il gruppo che ha mostrato il maggior guadagno in generale (18 per
cento di riduzione nell'incidenza di tutti i tipi di tumore) è quello di coloro
che non mangiano carne ma mangiano pesce, a riprova del fatto che nel pesce vi
sono sostanze importanti per la prevenzione dei tumori, in particolare degli acidi
grassi omega-3.
Gli esperti invitano però a considerare anche
altri elementi: chi sceglie la dieta vegetariana o decide di eliminare la carne
a favore del pesce appartiene di solito a categorie sociali medio-alte,
piuttosto colte e molto attente all'igiene e alla salute. È possibile, quindi,
che i buoni risultati generali non siano da attribuire esclusivamente alla
dieta vegetariana, bensì a stili di vita più salubri in generale, in
particolare per quanto riguarda il fumo e l'esercizio fisico.
Nel caso di tumori in cui la componente
genetica o familiare ha una grossa importanza, le ricadute della dieta
vegetariana, in termini di prevenzione, sarebbero meno evidenti di primo
acchito, ma potrebbero sommarsi ad altre iniziative di protezione dalla
malattia, come gli screening per
la diagnosi precoc
e.